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paint it black(s)

Mentre i giornali vengono inondati dalla tragedia del terremoto di Haiti le cui scosse hanno cause naturali ma crolli molto umani quando questi fenomeni colpiscono paesi con infrastrutture di cartapesta, continua l’organizzazione  del primo marzo in rete e negli incontri locali per la formazione dei comitati. Incontrando diversi soggetti  e singoli cittadini questa settimana abbiamo osservato che il primo marzo risponde a tante domande.

I migranti o  i nuovi italiani chiedono gli sia riconosciuta la dignità di una vita di sacrifici e spesso mille malversazioni, gli italiani sentendo parlare dei vecchie e nuove discriminazioni di stato e non chiedono informazione e condivisione. Il primo marzo 2010 convince perché parte semplice, da quattro donne coraggiose che decidono di aver aspettato abbastanza e cresce diretto con il diritto di cittadinanza, il diritto di voto, la denuncia della mostruosità del pacchetto sicurezza (razziale) del ministro Maroni. Non si tratta (solo) di una spinta morale ma ci son ragioni economiche ( il 9.7% del PIL è prodotto da migranti)  e sociali  (860.000 i minori migranti nati in Italia ma non italiani per lo stato) che rendono il primo marzo 2010 un appuntamento molto pratico e reale. Come pratici, economici e reali son i fatti di Rosarno dove la fine del raccolto, la troppa manodopera giunta in Calabria del nord per la crisi economica e il cambio dei metodi di sovvenzione agricola dell’UE hanno provocato la reazione della criminalità organizzata a cui lo Stato ha risposto con le ruspe e gli sgomberi. In pratica assecondando gli interessi della ‘ndrangheta oggi ma probabilmente quelli della camorra e della mafia domani.

Ci separano 45 giorni dal 1 marzo e saranno 45 giorni in cui proveremo a costruire un processo di orgoglio, di informazione e di mobilitazione. Come LAB8 daremo il nostro piccolo contributo, speriamo e crediamo che tanti ci aiuteranno a crescere insieme.

Per adesso l’appuntamento è a domani venerdì 15 ore 18 presso la sala riunioni del gruppo consigliare del comune di Genova (via Garibaldi di fronte Tursi, portone verde primo piano) vi aspettiamo,

Luca Romeo

1 marzo genovese – incontro venerdì 15.01

mentre i principali quotidiani cominciano a parlare del 1 marzo,  il secolo di ieri e  da questa sera anche Repubblica e il Corriere e la stampa e il gruppo nazionale ha aggiunto 5000 sostenitori in 2 giorni superando quota 15000 i comitati locali son in pieno fermento. Per quanto riguarda il comitato di  Genova che ha superato le 300 adesioni e in cui il LAB8 si è preso l’onere e l’onore di coordinare le attività insieme ai cittadini e alle associazioni che vorranno parteciparvi stiamo organizzando per venerdì 15 alle 18  per fare il primo punto della situazione in vista anche della riunione nazionale di tutti i comitati che si svolgerà a Milano domenica 17 gennaio.

a presto per maggior news sul luogo

Luca Romeo

il manifesto del 1 marzo

killer tomatoes

il gruppo del comitato genovese del 1 marzo ha superato i 200 iscritti, un buon successo di cui ringraziamo tutti i partecipanti ma l’attenzione in queste ore va ai fatti di Rosarno che mostrano quanto la realtà si scontri con la propaganda della tolleranza zero. I magistrati indagheranno ma una volta ripristinato l’ordine pubblico ci dovremo chiedere se è questo il modello di immigrazione che vogliamo continuare a sostenere. Un modello frutto anche dell’azione del legislatore in un territorio dove l’illegalità e la criminalità diffusa hanno scavato a fondo non solo nei campi di pomodori ma nel corpo sociale di quelle terre. Dopo questi fatti i principi che stanno alla base del primo marzo, rispetto, diritti, legalità e conoscenza risultano ancora più urgenti perchè tutti abbiamo diritto alla sicurezza ma non c’è sicurezza senza diritto.

Luca Romeo

1 marzo 2010 – sciopero degli stranieri anche a Genova

come vi abbiamo scritto nei posti precedenti da qualche giorno stiamo seguendo sempre più da vicino l’organizzazione dello sciopero degli stranieri programmato per il 1 marzo 2010 ultimo in ordine di tempo a parlarne affariitaliani.it qui il gruppo nazionale su Facebook intanto si avvia verso le 10.000 iscrizioni mentre stanno nascendo i comitati locali tra cui anche Genova che con LAB8 come nucleo fondativo si sta man mano allargando e integrando con altri soggetti e gruppi, presto comunicheremo informazioni aggiuntive in merito per ora vi ricordiamo che il gruppo facebook del comitato genovese 1 marzo sciopero degli stranieri lo potete trovare qui e che per avere info, fornire contatti e segnalazioni esiste una mail ufficiale del comitato : primomarzo2010genova@gmail.com  . Prima possibile il comitato si darà una struttura operativa nel frattempo per chi volesse vi segnaliamo la possibilità di inserire nel vostro blog o nel vostro proflilo di Facebook il manifesto dell’iniziativa che trovate qui sotto

Luca Romeo

il manifesto da inserire nei vostri profili di facebook

perchè si decide di emigrare? il luogo di culto come strumento di avvicinamento di culture?

Pubblichiamo una interessante nota di Michela Tassistro  a proposito di immigrazione, luoghi culto, nuovi cittadini e esperimenti genovesi a tale proposito, un altro pezzetto di ragionamento da qui al primo marzo

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Sono rientrata da un mini viaggio ad Istanbul, città affascinante, caotica e luogo in cui le diverse religioni hanno trovato, nel tempo e faticosamente, ciascuna il loro spazio, fisico e non solo, armonizzandosi in un rispettoso equilibrio.
Sono rientrata e scopro che a Genova si continua in modo strumentale e con un cieco pregiudizio a contestare la creazione di un luogo di culto per una religione che viene professata sì da una piccola porzione di persone ma che sono anche i “nuovi cittadini” della nostra città, quei nuovi cittadini che hanno scelto Genova per concedere a se stessi una diversa e nuova opportunità di vita e che, se sono stati fortunati, lo riescono a far in legalità ricoprendo spazi lavorativi a cui un tempo erano destinati i genovesi o a quella parte di immigrazione interna.
Se provassimo ad affrontare il tema con il rigore dei numeri forse si potrebbe capire il motivo per cui si vuole concedere il diritto di culto.
Dalla pubblicazione “il mondo in cifre 2010” curato da “The Economist” non si fa fatica a capire i motivi che spingono tante persone a scegliere nuovi luoghi dove costruire il proprio futuro. Basti riflettere sul dato riportato nel capitolo speranza di vita: l’Italia è piazzata benissimo è al quarto posto (con un’aspettativa di vita pari a 82,1 anni) dopo Giappone, Andorra ed Hong Kong.
Se andiamo a leggere il dato relativo alla minore speranza di vita troviamo paesi come l’Afghanistan con un’aspettativa di vita di 43,8, poi lo Zimbabwe con il suo 44, 1, lo Zambia, Lesotho, Nigeria, Somalia (49,6 anni), Senegal, Sudan, India.
E questo potrebbe essere un dato di fatto che dimostra come una società evoluta ed avanzata riesca a migliorare le attese di vita dei suoi cittadini…
ma non è solo questo, è l’armonizzazione delle proprie risorse che mette in equilibrio un sistema: il nostro sistema sociale si regge perché esiste un patto tra le generazioni e la politica ha la responsabilità di creare quella condizioni affinché il sistema lavorativo si adegui rapidamente alle nuove composizioni sociali agevolando la vera osmosi che produce attività, benessere e solidarietà.
Invece in Italia purtroppo questa armonizzazione fatica. Basta pensare che l’Italia viene segnalata al secondo posto (dopo il Giappone) per la percentuale di popolazione oltre gli 80 anni. Il Giappone è famoso per la perdita della sua forza lavoro giovane dovuta all’effetto “Fuga dei cervelli” mentre, purtroppo, l’Italia registra soprattutto un fortissimo rallentamento nella crescita media annua.
Genova contribuisce a questa statistica confermandosi come città di anziani. Il recente miglioramento delle performance dovuto alle nascite da coppie di nuovi cittadini (i quotidiani ce ne danno l’evidenza) non tragga in inganno: le nuove famiglie decideranno di stabilirsi e contribuire alla prosperità (sviluppo) economica di questa città se troveranno un ambiente in cui poter compiere delle scelte in libertà di coscienza e dove, probabilmente, si lasceranno conquistare dalla limpidezza delle differenze che permetterà loro (e alla 2G) di compiere scelte compatibili alla società in cui vivono.
Alzare il livello di scontro, individuando alcuni cittadini come lesi, è solo irresponsabilità politica (o forse solo ragioneria elettorale); occorre, piuttosto, sviluppare dialogo su come far incontrare queste parti di cittadini ed appoggiare iniziative in cui il dialogo è già da tempo “praticato”, come dimostra FaceBook.
La tolleranza e la mancanza di integralismo religioso rende possibile, pur in presenza di contraddizioni, la giusta via tra l’assimilazionismo francese e l’integrazione all’inglese.

Michela Tassistro – Consigliera Comunale PD  Genova

24,4 miliardi di investimenti esteri

no, non si parla di fondi esteri dai mirabolanti interessi ma del capitale investito da parte dello stato italiano nei confronti degli immigrati residenti in Italia nel settore della scuola. Da fonti Istat in Italia sono residenti 898.117 minori stranieri al 2009, 40.526 sono i diciottenni che al compimento della maggiore età per l’attuale legislazione dovranno o trovare un lavoro regolare per ottenere un permesso di soggiorno, cosa non esattamente semplice in periodo di crisi o dovranno tornare nel paese di origine dei genitori in cui spesso non sono nati e di cui non parlano nemmeno la lingua. Ma lo stato italiano quanto ha investito in queste persone? Prendendo i dati dell’OCSE del 2006 possiamo considerare il costo medio per una carriera scolastica interamente portata avanti in Italia, diciamo dai 5 ai 18 anni intorno ai 66.000 €.  Vuol dire che se tutti questi cittadini stranieri maggiorenni dovessero lasciare l’Italia, lo stato avrebbe investito una cifra pari a 2.7 miliardi di euro. Fondi pubblici totalmente sprecati visto che queste persone sarebbero allontanate dal suolo patrio.

Non vi basta? Guardiamo il fenomeno  nella fascia 0-5 anni dove i numeri son ancora più consistenti. Gli stranieri in età prescolare sono infatti 366.058 il che vuol dire che se tutti questi bambini andranno a scuola in Italia fino alla maggiore età, nel corso del loro ciclo scolastico lo stato investirà la mostruosa cifra di 24,4 miliardi di euro per educarli e formarli. Il ragionamento andrebbe raffinato (il costo si rifà al 2006, non tutti i minori sono nati in Italia e hanno fatto la carriera scolastica interamente in Italia, etc.) ma non sarebbe il caso di cominciare a pensare che questi sono i nuovi italiani e che la cittadinanza e il diritto di voto sono lo strumento coerente di uno stato che ha a cura il suo investimento nel futuro oltre che il benessere dei suoi cittadini?

Potrebbe essere utile parlarne nel percorso da qui al primo marzo e nell’iter del disegno di legge sulla cittadinanza

Luca Romeo

la sicurezza del diritto

Mentre il gruppo, segnalato già qui che porta avanti il percorso verso il senza di noi day cresce (quasi 6000 iscritti mentre vi scrivo) in parlamento sta crescendo una legge bipartisan che mette insieme diritto di cittadinanza, facilitazione nell’ottenerla e diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri residenti in Italia e potenziali, se lo vorranno , nuovi italiani. A questo proposito vi segnalo un gruppo su FB che sostiene la legge sul diritto di cittadinanza. Mi sembrano due iniziative interessanti, semplici e che si integrano bene tra di loro, sarebbe interessante vedere come farle uscire dalla rete e portarle nelle piazze e nelle teste delle persone perché la vera sicurezza sta nel diritto.

Luca Romeo

DIRITTO DI CITTADINANZA

il logo di diritto di cittadinanza

storie e numeri sull’immigrazione

L’immigrazione è uno dei temi di cui si parla tanto quanto poco si conosce oltre all’esperienza quotidiana, ecco perchè  oggi ci piace segnalare un evento : Immigrazione: flussi e storie proposte sostenibili al parlamento europeo, qui l’evento Facebook per maggiori notizie e per dare la vostra partecipazione, un incontro utile per provare a capire l’immigrazione e a sentirla raccontata da chi la vive e da chi la studia organizzata da Sergio Cofferati come eurodeputato del gruppo S&D che si svolgerà a piazza de Marini lunedì 21 dicembre dalle 17.30 alle 19.30.  L’evento ha un contributo labottino indiretto visto che tra i vari relatori parlerà Silvia Pedemonte, come rappresentante BIC ed è organizzata da Kallipolis l’associazione che vede tra i fondatori Matteo Corsi. Speriamo che questa iniziativa ci aiuterà a lavorare sul tema dell’immigrazione che insieme ai GAS, alla legalità e ai diritti rappresenta il banco di prova del LAB per il prossimi mesi.

il manifesto dell'iniziativa sull'immigrazione del 21.12.09 in piazza de Marini alle 17.30

quanti immigrati ci sono in Italia oggi?

quanti sono gli immigrati in Italia? non sbirciate in rete e date una risposta a sensazione e vediamo cosa ne viene fuori e poi guardate qui e andate ad informarvi qui avete indovinato?

make it simple

Spesso quando si parla di politica si finisce nei massimi sistemi, si invocano fattori culturali, si scomodano tradizioni del secolo scorso o si citano bizantismi partitici, credo sia invece più bello e più appagante cercare di mantenersi semplici, pronti e sempre in marcia. Post primarie il LAB8 si è rimesso in marcia su strade già battute come Creuza de Mafia qui CDM a milano il mini paper portato a Milano dice no alla mafia e qui la prima e la seconda parte dei video dell’intervento di Michela Tassistro in rappresentanza del LAB, allo stesso tempo siamo tornati in piazza per organizzare la piazza Genovese delle mille piazze ispirate da Civati contro il processo breve e si sta lavorando su GAS e Immigrazione. Nuove persone, nuovo sito, nuovi progetti e tanto lavoro, make it simple e la politica torna a servire.

a presto

Luca