Archivi tag: nuovi italiani

perchè si decide di emigrare? il luogo di culto come strumento di avvicinamento di culture?

Pubblichiamo una interessante nota di Michela Tassistro  a proposito di immigrazione, luoghi culto, nuovi cittadini e esperimenti genovesi a tale proposito, un altro pezzetto di ragionamento da qui al primo marzo

—————————-

Sono rientrata da un mini viaggio ad Istanbul, città affascinante, caotica e luogo in cui le diverse religioni hanno trovato, nel tempo e faticosamente, ciascuna il loro spazio, fisico e non solo, armonizzandosi in un rispettoso equilibrio.
Sono rientrata e scopro che a Genova si continua in modo strumentale e con un cieco pregiudizio a contestare la creazione di un luogo di culto per una religione che viene professata sì da una piccola porzione di persone ma che sono anche i “nuovi cittadini” della nostra città, quei nuovi cittadini che hanno scelto Genova per concedere a se stessi una diversa e nuova opportunità di vita e che, se sono stati fortunati, lo riescono a far in legalità ricoprendo spazi lavorativi a cui un tempo erano destinati i genovesi o a quella parte di immigrazione interna.
Se provassimo ad affrontare il tema con il rigore dei numeri forse si potrebbe capire il motivo per cui si vuole concedere il diritto di culto.
Dalla pubblicazione “il mondo in cifre 2010” curato da “The Economist” non si fa fatica a capire i motivi che spingono tante persone a scegliere nuovi luoghi dove costruire il proprio futuro. Basti riflettere sul dato riportato nel capitolo speranza di vita: l’Italia è piazzata benissimo è al quarto posto (con un’aspettativa di vita pari a 82,1 anni) dopo Giappone, Andorra ed Hong Kong.
Se andiamo a leggere il dato relativo alla minore speranza di vita troviamo paesi come l’Afghanistan con un’aspettativa di vita di 43,8, poi lo Zimbabwe con il suo 44, 1, lo Zambia, Lesotho, Nigeria, Somalia (49,6 anni), Senegal, Sudan, India.
E questo potrebbe essere un dato di fatto che dimostra come una società evoluta ed avanzata riesca a migliorare le attese di vita dei suoi cittadini…
ma non è solo questo, è l’armonizzazione delle proprie risorse che mette in equilibrio un sistema: il nostro sistema sociale si regge perché esiste un patto tra le generazioni e la politica ha la responsabilità di creare quella condizioni affinché il sistema lavorativo si adegui rapidamente alle nuove composizioni sociali agevolando la vera osmosi che produce attività, benessere e solidarietà.
Invece in Italia purtroppo questa armonizzazione fatica. Basta pensare che l’Italia viene segnalata al secondo posto (dopo il Giappone) per la percentuale di popolazione oltre gli 80 anni. Il Giappone è famoso per la perdita della sua forza lavoro giovane dovuta all’effetto “Fuga dei cervelli” mentre, purtroppo, l’Italia registra soprattutto un fortissimo rallentamento nella crescita media annua.
Genova contribuisce a questa statistica confermandosi come città di anziani. Il recente miglioramento delle performance dovuto alle nascite da coppie di nuovi cittadini (i quotidiani ce ne danno l’evidenza) non tragga in inganno: le nuove famiglie decideranno di stabilirsi e contribuire alla prosperità (sviluppo) economica di questa città se troveranno un ambiente in cui poter compiere delle scelte in libertà di coscienza e dove, probabilmente, si lasceranno conquistare dalla limpidezza delle differenze che permetterà loro (e alla 2G) di compiere scelte compatibili alla società in cui vivono.
Alzare il livello di scontro, individuando alcuni cittadini come lesi, è solo irresponsabilità politica (o forse solo ragioneria elettorale); occorre, piuttosto, sviluppare dialogo su come far incontrare queste parti di cittadini ed appoggiare iniziative in cui il dialogo è già da tempo “praticato”, come dimostra FaceBook.
La tolleranza e la mancanza di integralismo religioso rende possibile, pur in presenza di contraddizioni, la giusta via tra l’assimilazionismo francese e l’integrazione all’inglese.

Michela Tassistro – Consigliera Comunale PD  Genova